Parlando in questi anni con tanti compagni di avventura sportiva, avversari, arbitri ed allenatori quello che spesso usavano era il termine sindrome Redentore. Come un virus attacca l’organismo così la sindrome ci coglie in maniera sistematica con risultati altanelanti e non sempre graditi. Ieri sera sono scese in campo due nostre squadre, il B a Forlì contro la Libertas e l’under 16 in casa contro Alfonsine, due partite ovviamente diverse tra loro per obiettivi ed aspettative ma accomunate in dovuta misura dal solito manifestarsi della sindrome. Partita dal B che sbrana il primo set e in maniera inequivocabile vince con facilità poi… tac scatta il solito momento di buio e dopo un combattuto secondo set  vinto ma che avrebbe dovuto alzare la nostra soglia di attenzione, procura invece un ulteriore decadimento delle nostre azioni fino ad arrivare ad un passo dalla sconfitta nel terzo set, raddrizzato all’ultimo per un tre a zero carico di tre punti in classifica e base per una lenta ripresa delle nostre possibilità. Diversa la storia che abbiamo vissuto nella gara dell’under 16, qui fin dalle prime battute abbiamo capito come fosse una di quelle serate no che neanche a volerlo si raddrizzeranno mai ed infatti, tranne nel secondo set il più incerto e combattuto, la nostra presenza in campo è stata poco più che evanescente con errori che fanno arrabbiare non tanto perché frutto d’inesperienza ma piuttosto per una effettiva rinuncia a cercare di cambiare le sorti della gara che le ospiti hanno fatto loro con un netto 3-0. Poche le cose da salvare tranne qualche bel gesto tecnico che hanno ravvivato la gara e ci permettono di guardare il futuro con un poco più di serenità.